Bellucci: “Uniti nel grido di dolore del sindaco di Reggio Calabria per il disastro incendi”
12 Agosto 2021
Mi unisco al grido di dolore dell’amico sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, al quale mi legano una reciproca stima e comunione di valori, per la tragedia degli incendi che stanno divorando l’enorme patrimonio dei boschi montani calabresi e continuano e mietere anche vite umane. Infatti è morta un’altra persona, a Mammola, travolta dalle fiamme che imperversano senza ostacoli. E’ la terza vittima.
Sottoscrivo ogni parola che il sindaco Falcomatà ha pubblicato sul suo profilo social: “La priorità oggi è spegnere questo inferno ma da domani qualcuno dovrà spiegarci perché è mancata completamente la prevenzione, perché se c’erano le risorse disponibili non sono stati acquistati per tempo i mezzi aerei e di terra, perché ci sono responsabili che con questo disastro hanno avuto il coraggio di andarsene in ferie. Tutti perché ai quali, da domani, chiederemo risposte. Ora lavoriamo in silenzio, e rispettiamo chi da giorni respira fumo e ingoia sudore e lacrime”
La priorità assoluta è agire per rimediare al disastro in qualche modo, non c’è dubbio ma subito dopo sarà capire, come dice il sindaco, perché non solo in Calabria ma in quasi tutta la Penisola non c’è più prevenzione efficace al flagello degli incendi che con il cambiamento climatico si fanno sempre più frequenti e pericolosi. Noi sappiamo, lo denunciamo, quanto è stata cieca la politica dei tagli alle Comunità Montane e la loro distruzione . Invece di correggere le innegabili storture si è preferito gettare il bambino con l’acqua sporca e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Territori montani in massima parte abbandonati a qualsiasi evenienza. Nessuno mette in opera le necessarie pratiche preventive e i costi di interventi in emergenza per tentare (senza successo) di spegnere gli incendi sono enormemente maggiori (come i danni) dei fondi stanziati per la prevenzione che gli Enti Montani mettevano in opera.
Ora anche in Calabria si procede con la delibera della Giunta regionale per la richiesta al Governo di dichiarazione dello stato di emergenza. Solito rimedio obbligato e inadeguato persino per lenire il disastro di chilometri e chilometri di verde andato in fumo; alla minaccia delle fiamme persino per i faggi secolari del Parco Nazionale dell’Aspromonte, patrimonio Unesco. Al rischio di coinvolgimento delle fiamme per il Santuario di Polsi e agli enormi danni causati anche per la chiusura delle strade, per i commerci bloccati, per le aziende agricole distrutte.
C’è un imperativo categorico da considerare ormai chiarissimo: rimettere in piedi gli Enti Montani, in qualsiasi forma effettivamente utile e funzionante, e renderli efficienti al più presto possibile”.
Lo afferma il presidente di Uncem Lazio, Achille Bellucci
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