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Bellucci: “Il disastro degli incendi si combatte con la prevenzione, non con i costosissimi rimedi”

30 Luglio 2021

“Ancora una volta – afferma il presidente di Uncem Lazio, Achille Bellucci – assistiamo in queste torride giornate di una estate contrassegnata dagli effetti del riscaldamento globale, ad incendi devastanti come quelli che hanno interessato intere aree della Sardegna.

E’ stato chiesto lo stato di calamità per gli oltre 20mila gli ettari di terreno di pregio naturalistico bruciati; sono state evacuate dalle loro abitazioni 1500 sfollati; sono in campo circa 7500 persone tra cui carabinieri e polizia, protezione civile, vigili del fuoco e corpo forestale; sono 20 inoltre i mezzi aerei impiegati tra elicotteri e Canadair.
Ma è così difficile capire e riconoscere che sono incendi dolosi dietro i quali si annidano interessi criminali legati al rimboschimento ed allo spegnimento degli incendi; interessi locali come quelli dei pastori in cerca di nuovi pascoli, accanto anche a fatalità, causalità, colposità, e quindi che ogni anno vanno prevenuti?
Sono anni che indichiamo come UNCEM che gli incendi vanno combattuti con la prevenzione, che i danni che essi provocano, pari a 3 miliardi solo in Sardegna, sono un millesimo di quanto costa organizzare una prevenzione efficace sul territorio, cioè un programma regionale che coinvolga le Comunità Montane, facilmente fattibile e già sperimentato, di postazioni sul territorio, con giovani assunti che segnalino l’insorgere dei primi focolai a centri ben equipaggiati d’intervento antincendio della Protezione civile.

Eppure – prosegue Bellucci – è già stato fatto perché è semplice assumere giovani operatori per i tre mesi di rischio estivo, organizzarli in turni di vigilanza nelle aree più pregiate e più a rischio di dolo, di colpa, e mettiamoci pure, di fenomeni naturali, ed organizzare una rete capillare di video sorveglianza di quelle aree con un numero adeguato di centrali di controllo H24; perché non lo si fa?”
“Lo Stato – conclude il presidente di Uncem Lazio – assiste colpevole al disastro e corre ai dispendiosissimi ripari senza riuscire a capire che è con la prevenzione che questi si evitano; come è con la prevenzione del dissesto idrogeologico che si salvano le nostre comunità da alluvioni, frane e smottamenti; che è con prevenzione che i piccoli e piccolissimi Comuni possono essere gli attivi custodi del territorio, con le nostre Comunità Montane che presidiano d’ufficio proprio le aree a rischio e sono ormai senza mezzi e personale.
La Politica deve capire che la prevenzione non è un lusso; i Piccoli Comuni non sono una scomoda numerosità; le Comunità Montane non sono enti inutili; i costi delle loro funzioni non sono degli sprechi da tagliare; se tutto ciò non verrà compreso, anche in occasione del PNRR, continueremo a pagare dieci, cento, mille volte di più per interventi d’emergenza, riparazioni e compensazioni, ed inoltre per decenni avremo il nostro ambiente sconvolto.”

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