Seguici su

Esplora contenuti correlati

Gli auguri di Buona Pasqua del presidente di Uncem Lazio, Achille Bellucci: “Il modello accentratore delle grandi e grandissime città ha fallito. Si valutino le opportunità di ripartenza che sono nei piccoli comuni e nel grande valore della montagna”

11 Aprile 2020

“Cari amici, gli auguri per la Pasqua, quest’anno, non possono che essere molto particolari. Siamo ancora nel bel mezzo di una pandemia, tanti sacrifici, qualche segnale positivo ma ancora e chissà per quanto, tanta sofferenza. L’emergenza poteva essere gestita meglio? Stando a quanto vediamo nel mondo l’Italia non ha fatto male e gli italiani sono bravissimi. Qualcosa certamente poteva essere fatta meglio ma non sta a me entrare nel campo scientifico e giudicare le disfunzioni o le cause della mancanza di piani antipandemici o la loro non applicazione; una cosa però posso affermarla pienamente, perché da tempo la ribadiamo come UNCEM: il modello metropolitano di sviluppo economico e di vita civica, cioè fondato sulle grandi e grandissime città, sta mostrando tutti i suoi limiti.

Spingere all’inurbamento le popolazioni delle aree interne e montane verso le città; gonfiare all’inverosimile le periferie metropolitane; costringere al limite i servizi sia pubblici che privati; trascurare i valori caratteristici del patrimonio storico, artistico, ambientale del nostro paese, ha avuto corrispondenza e referenza solo con le leggi del mercato, del profitto, dell’arretramento dell’intervento pubblico.
Non si è capito che pianificare l’abnorme concentrazione metropolitana, non solo favorisce la crisi delle aree interne e montane attraverso l’invecchiamento, l’impoverimento ed infine l’esodo delle popolazioni, ma aumenta i rischi di fenomeni degenerativi sociali (droghe e microcriminalità), economici (lavoro nero e precario) ed infine sanitari, come il caso del contagio epidemico.

Abbiamo alle spalle un ventennio contrassegnato da una crisi economica, quella 2007/20014, senza precedenti, alla quale si è risposto in modo errato ovunque, ma in particolare nel nostro Paese.

Se in qualcosa questa pandemia può essere utile è nella riflessione e spero, nella convinzione, che quanto è stato attuato specie nel corso della crisi economica 2007-2014, è stato sbagliato: austerità economica e disintermediazione hanno peggiorato le cose. Invece di aiutare, sostenere, promuovere il meglio del nostro sistema produttivo, lo si è lasciato morire; tanti imprenditori si sono tolti la vita; a tutti i livelli, sociali ed istituzionali, si è eliminato quel che appariva superfluo e dannoso, ma invece era magari semplicemente inefficiente o trascurato.
Mi occupo come Presidente UNCEM di Comunità Montane; in questo periodo sono state lasciate a livelli di mera sopravvivenza con risorse sempre decrescenti, personale insufficiente, nessuna delega o attribuzione di prerogative, sino alla conclamata volontà di sopprimerle.
Per non parlare delle Province, ente intermedio costituzionalmente previsto, abrogate prima di un referendum e non dopo, ed oggi dimenticate; per non parlare dei borghi e paesi, i cosiddetti piccoli Comuni, trattati alla stregua di incomodi inutili e spendaccioni.
Questo c’entra con il CORONA VIRUS, perché lo stile di vita nelle aree interne e montane è molto più salubre di quello metropolitano; perché presenta con il suo essere comunità coesa ed identitaria, la risposta all’alternativa Stato/Mercato; perché l’enorme patrimonio edilizio inutilizzato, le eccellenze e tipicità enogastronomiche, turistiche, storiche, ambientali, potrebbero innescare quel CONTROESODO virtuoso che potrebbe davvero rappresentare una nuova economia di rinascita e slancio per l’intero Paese.

Decongestionare le periferie e non intervenire a rattopparle; sviluppare nuove filiere produttive basate sulle nostre tradizioni ed attitudini artigianali; valorizzare , modernizzare quanto c’è e quanto si rischia di perdere, di sistema produttivo e turistico; applicare in modo capillare l’innovazione, il web, lo smart village, ecc.
Non è questo quel che serve per il dopo CONVID19?
Vogliamo continuare con il presente andamento? Vogliamo continuare sul percorso sbagliato che ci sta portando a un generale imbarbarimento e un costante impoverimento come abbiamo fatto negli ultimi quindici anni? Con tutta la modestia del caso, penso proprio di NO!
Noi siamo convinti che tra Stato e Mercato sia necessaria una dimensione nuova: quella della comunità identitaria, locale, solidale; e dove la si può ancora trovare e rilanciare in modo più facile e produttivo se non nelle aree interne e montane che, tra l’altro, sono il 60% della superficie europea ed il 45% di quella nazionale?
Siamo in una Regione straordinaria come il Lazio in cui su 378 Comuni 251 sono borghi e paesi e 245 sono montani; perché non si conferisce maggiore importanza a questa realtà in forte crisi di spopolamento e addirittura di crisi irreversibile? Perché non se ne colgono a pieno le potenzialità, la ricchezza di contenuti, la volontà tenace da montanari, di riscatto oggi così preziosi per poterci rilanciare?
Noi speriamo di favorire questa riflessione e attendiamo con risposte, intanto, con tutto il cuore, i migliori auguri di Buona Pasqua”

Achille

Condividi: