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Il Convegno di Uncem Lazio a Frosinone punto di partenza importante nel confronto sulla trasformazione degli Enti Montani

16 Novembre 2019

Notevole interesse dimostrato con una sostanziosa partecipazione per il convegno organizzato da Uncem Lazio e fortemente voluto dal presidente Achille Bellucci incentrato sulla fase di trasformazione delle Comunità Montane in Unioni di Comuni Montani. Al convegno, tenuto nel Palazzo della Provincia di Frosinone, hanno risposto molti esponenti degli Enti Locali arrivati nel capoluogo ciociaro da tutta la regione.

Il convegno, dal titolo “L’Unione di Comuni Montani come Ente intermedio di raccordo e gestione del territorio” ha visto la partecipazione, dopo i saluti istituzionali del presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo e l’introduzione del presidente di Uncem Lazio Achille Bellucci:

del prof. Vincenzo Antonelli (docente di Diritto Amministrativo presso l’Università Sacro Cuore di Roma) con una relazione dal titolo: “Dall’Art.44 della Costituzione al governo dei territori montani”

del prof. Antonio La Spina (docente di Sociologia presso la Luiss “Guido Carli” di Roma) con una relazione dal titolo “L’economia montana per una società in controesodo”

del presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Mauro Buschini

del consigliere regionale, vice presidente della Commissione Enti Locali, Sara Battisti

del coordinatore della Consulta Borghi e Paesi di Anci, Francesco Chiucchiurlotto

del segretario generale di Uncem Lazio, Giuseppe De Righi

Tre i concetti alla base dell’incontro:

1) La trasformazione delle Comunità Montane in Unioni di Comuni Montani non è un mero intervento istituzionale per un ente ingiustamente denigrato, depotenziato, abbandonato; è piuttosto la creazione di un nuovo ente intermedio, accanto alle Province, in quanto oltre ad occuparsi di servizi e funzioni per la “montanità”, necessari ed insopprimibili ai sensi della Costituzione, art 44, si occuperanno di gestione associata delle 10 funzioni fondamentali comunali previste dalla legge 78/2010 e di quella aggiunta dall’art.13 della legge Realacci, sullo sviluppo dei territori.

2) Tale nuovo ente si pone in rapporto di coordinamento con le Province, (di cui vanno ripristinate le prerogative politiche, quanto a governance, e quelle funzionali quanto a dotazioni finanziarie) come ambito territoriale ottimale per la gestione di servizi e per la semplificazione istituzionale del governo del territorio, sovraffollato di enti, agenzie, soggetti vari.

3) Nei confronti della Regione Lazio le Unioni di Comuni Montani rappresentano una parte essenziale della creazione del Sistema Regionale della AA.LL. di cui all’art.4 del TUEL e della Programmazione della Regione Lazio, ai sensi dell’art.5 del TUEL, cui bisogna porre mano dopo lustri di inadempienza. La proposta del Presidente del Consiglio, regionale Mauro Buschini, ribadita dalla Vice Presidente della Commissione EE.LL. Sara Battisti, dell’apertura di un tavolo di confronto e concertazione, va accolta con favore e tradotta, durante il processo di trasformazione, in un’occasione unica in Italia, di innovazione istituzionale per il buon governo dei territori; UNCEM c’è, ed oggi lo dimostra!

L’iniziativa di Uncem Lazio, molto attenta e serrata lungo il complesso percorso di trasformazione degli enti montani ma, più in generale, degli enti di governo locale, parte da un presupposto in fatti non più trascurabile a fronte dell’evidente disfunzione del sistema di goberno dei territori. Un concetto ben sintetizzato nell’intervento del coordinatore di Borghi e Paesi del Lazio, nonché membro della Direzione di Uncem Lazio Francesco Chicchiurlotto. In sintesi:

“I numeri sono 40, 18 e 7 e non sono un terno al lotto, ma le percentuali di quanto hanno inciso i tagli della crisi epocale del 2008, nei vari comparti della Pubblica Amministrazione, rispetto alla dotazione proporzionale di ciascuno. Quindi mentre Comuni e Province hanno registrato tagli di circa il 40% delle dotazioni pre-crisi, e le Regioni il 18%, lo Stato soltanto il 7%, con una grave ed ingiustificata discriminazione per gli enti locali. Gran parte non è stato restituito e questo delle risorse sui territori resta il problema dei problemi, acutissimo per Province, Borghi e Paesi, che va risolto anche con il concorso della Regione”.

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